TERAPIA CHELANTE

Figura 1La terapia chelante utilizza delle sostanze chimiche (soprattutto EDTA) per "chelare", cioè togliere andando a raccogliere all’interno dell’organismo per mezzo del sangue, le tossine accumulate nelle vene e nelle arterie (esempio calcio e grassi).

La chelazione è un processo che si incontra frequentemente in natura, durante il quale i metalli inorganici come il ferro, per esempio, formano complessi con la materia organica.
Negli Stati Uniti è largamente utilizzata. Da oltre 40 anni i medici vi ricorrono per curare i disturbi cardiovascolari.
E' un drenaggio forzato dell’organismo.
E' una tecnica praticata e conosciuta nei paesi anglosassoni e in America, in Italia ancora poco conosciuta.
Risulta molto utile per prevenire ed evitare sopra tutto malattie cardiovascolari  ed arteriosclerotiche.
Figura 2
Sostanza varie, soprattutto EDTA,  veicolate dal sangue staccano e sciolgono i depositi delle sostanze tossiche accumulati in tutto il corpo da cattiva alimentazione,da amalgame odontoiatriche e comportamenti errati.
Questa terapia si effettua per perfusione venosa lenta, con periodicità e dosaggi variabili in rapporto alle caratteristiche della malattia e della funzionalità renale, dato che il chelato (edta stesso + il metallo legato all'edta) viene eliminato per il 95-98% attraverso il rene.
Il risultato è migliore nei diabetici e quando il malato ottimizza il proprio stile di vita eliminando i noti fattori di rischio (obesità, ipertensione, ipercolesterolemia e trigliceridi, abolizione del tabacco, ecc.).
Ciascuna fleboclisi ha una durata media di tre ore e si effettua ambulatoriamente.Il primo ciclo di terapia può essere seguito successivamente da cicli meno intensivi.

E' pericolosa?
La terapia chelante, se eseguita secondo il protocollo, non comporta problemi degni di nota.
Essa se ben eseguita non presenta contro indicazioni specifiche, ma essendo il prodotto eliminato per via renale completamente nelle 24 ore, la sua pratica richiede una efficiente funzionalità renale.
E’ quindi controindicata nei casi di grave insufficienza renale, ed anche di quella epatica.

Avvelenamento da metalli pesanti
I metalli pesanti sono i composti più pericolosi e dannosi tra le sostanze inquinanti.
Infatti, penetrano in maniera insidiosa nel nostro organismo attraverso cibi, bevande, aria atmosferica, abiti e trasporti,  bloccando l'attività di numerosi complessi enzimatici.
I metalli pesanti si legano alle proteine del sangue raggiungendo molti distretti corporei e provocando danni di varia entità.
Il mercurio tende a colpire i reni provocando un aumento dei casi di insufficienza renale.
Il piombo predilige ossa e tessuti molli, solo per fare alcuni esempi.
L’assorbimento dei metalli pesanti a livello gastrointestinale varia a seconda delle condizioni dell’ospite, della composizione (inorganica od organica) e dello stato di valenza del metallo. Il sangue è il principale mezzo di trasporto dei metalli.
Le principali vie di escrezione dei metalli sono quella renale e quella gastrointestinale.
In minima parte l’eliminazione può avvenire per salivazione, traspirazione,allattamento, esfoliazione della pelle e perdita di unghie e capelli.
Alcuni organi (ossa, fegato e rene) sequestrano determinati metalli in concentrazione relativamente elevate e per anni.
La quantità di piombo contenuto nel nostro corpo è 500 volte superiore rispetto a quella presente 100 anni fa.
Il piombo interagisce con il glutatione, la glutatione perossidasi e con il selenio bloccando quindi uno dei meccanismi chiave della nostra difesa antiossidante.
Viene ingerito con l’acqua potabile (contaminata dalle condutture in piombo),  i cibi in scatola, le tinture, i gas e l' inquinamento atmosferico.
I sintomi da intossicazione da piombo comprendono : cefalea, depressione, insonnia, affaticabilità, irritabilità, ansia, debolezza, algie muscolari, mancanza di appetito, calo ponderale, ipertensione, ridotta funzionalità renale e surrenalica, infertilità nell’uomo e aborti spontanei nella donna, gotta saturnina,anemia da deficienza di ferro, pigmentazione blu nerastra alla base delle gengive.
Sorgenti di piombo sono: atmosfera, gas di scarico delle auto, fonderie, acqua potabile, verdura coltivata in prossimità di vie trafficate e/o in terreni contaminati, frutta e succhi in barattolo, latte proveniente da animali allevati in pascoli contaminati, carni (soprattutto fegato di animali contaminati), dentifrici, batterie di auto, quotidiani, tabacco e cenere di sigaretta, tinture per capelli.
Il mercurio è un veleno mortale per tutti gli esseri viventi. Il pesce lo accumula in grande quantità.
La sintomatologia da avvelenamento da mercurio comprende: insonnia, nervosismo, perdita di memoria, ansia, depressione, perdita di peso e di appetito, tremori, allucinazioni, parestesie alle labbra ed ai piedi, debolezza muscolare, amaurosi, sordità, disturbi della parola e coordinazione, ridotta funzionalità renale.
Il mercurio è presente in svariate sostanze quali: pasta per otturazione dei denti, termometri e barometri, cereali trattati con funghicidi, pesci e mammiferi marini, cloruro di mercurio usato nei laboratori di istologia, talco, cosmetici, coloranti, diuretici, supposte antiemorroidi, detergenti per pavimenti, filtri dei condizionatori d’aria, conservanti per il legno,  lassativi, adesivi, pomate antipsoriasi e tatuaggi.
L’alluminio è il minerale più diffuso sulla superficie terrestre, ma non svolge alcuna funzione utile per il corpo umano.
E’ stata dimostrata la costante associazione di accumuli di alluminio in patologie caratterizzate da disturbi mentali quali: Alzheimer,  Parkinson e Down.
L’accumulo nell’uomo avviene con grande lentezza probabilmente in misura di pochi nanogrammi al di, per cui all’età di 60 anni la quantità di alluminio può raggiungere quantità significative.
I disturbi comprendono: pneumoconiosi, sequestro di fosfati dal tratto gastrointestinale con osteoporosi e rachitismo, reazioni cutanee, nefrite, epatopatie, coliti, ipereattività nei bambini, Alzheimer.
Prodotti che contengono alluminio sono: vasi per la cottura di alimenti, antiacidi, deodoranti, materiali di costruzione, utensili, cavi e materiali da isolamento, materiale da imballaggio, lattine per bibite, acqua potabile, birra, cibi in scatola, spray nasali, dentifrici, ceramica, amalgame per denti, filtri per sigarette, tabacco, gas auto, pesticidi, additivi, sale da tavola e condimenti, formaggi, medicamenti contenenti caolino, suture, nicotinato di alluminio.
Ogni sigaretta comporta l’assunzione di 1,4 mcg di cadmio ed un pacchetto di sigarette aumenta i depositi del cadmio di 4 mcg, impegnando e sottraendo capacità antiossidante a tutto l’organismo.
Il cadmio può aumentare lo spessore della membrana basale dei piccoli vasi e dei capillari riducendo la circolazione.
Nelle donne viene interessata anche la circolazione uterina con conseguente possibile prematurità o deformità del feto.
La sintomatologia comprende: affaticabilità, ipertensione, anemia ferro-priva, enfisema polmonare, osteoporosi in donne del 3° mondo con gravi deficit alimentari, epatopatie, anosmie, colorazione giallastra dei denti, coliche renali, ipercalciuria, sindrome del lattaio (linee di pseudofrattura alla scapola, femore ed ileo), ipofosfatemia, artrite reumatoide, ridotta produzione di Vit D, insufficenza polmonare, proteinuria, aminoaciduria, cancro prostatico.
Il cadmio è presente in: acqua potabile, farina di grano raffinata, cibi processati, ostriche, rene, fegato, riso, fumo di sigaretta, tabacco, fertilizzanti, protesi dentarie, ceramiche, coloranti, materiale elettrico, sostanze antiruggine, polivinile, funghicidi, pesticidi, raffinerie, prodotti di scarto delle gomme, combusti di olio.