LA MEDICINA OMEOPATICA

L’Omeopatia è la più conosciuta tra le medicine non convenzionali, essa propone un tipo di cura che guarda alla totalità della persona e non solo alla malattia in sé. La nascita dell’Omeopatia viene collocata tra ‘700 e ‘800 ad opera di Christian Samuel Friedrich Hahnemann, ma le nozioni che vi sono alla base, risalgono a tempi ancora più antichi, tanto che il padre dell’Omeopatia viene considerato Ippocrate (450-400 a.C.).
Christian Samuel Friedrich Hahnemann
Christian Samuel Friedrich Hahnemann
 
“Per guarire una malattia, bisogna somministrare all’individuo che ne è affetto, un rimedio che gli provocherebbe, se fosse sano, la malattia che lo affligge.” Christian Samuel Friedrich Hahnemann
Il termine Omeopatia – dal greco “omoios” (simile) e “pathos” (malattia) è una metodica terapeutica o meglio, una metodica medica che utilizza in dosi infinitesimali una sostanza di origine vegetale, minerale o animale, a diverse concentrazioni o diluizioni; sostanza che a dosi tossiche o subtossiche provoca nell’uomo sano gli stessi sintomi riscontrabili nel malato in esame.
L’Omeopatia si basa su alcuni principi fondamentali tra cui:
legge di similitudine e l’uso di dosi infinitesimali.
 
pills
 
Prendiamo in esame la legge di similitudine: “SIMILIA SIMILIBUS CURENTUR”. Ciò significa che ogni sostanza farmacologicamente attiva, somministrata ad un individuo sano in dose ponderale, provoca dei sintomi (azione patogenetica) caratteristici della sostanza somministrata. La stessa se somministrata ad un paziente in dose infinitesimale, guarisce la malattia (azione terapeutica) i cui sintomi sono simili a quelli prodotti sperimentalmente dalla stessa dose ponderale.
Per esempio: ad un soggetto sano somministriamo a dosi ponderali “ACONITUM NAPELLUS”, provocherà i seguenti sintomi: febbre con brividi violenti, calore e arrossamento del volto improvvisi, dilatazione delle pupille, irrequietezza, sete di bevande fredde, ecc. La stessa sostanza se somministrata a dosi infinitesimali, guarisce i casi di febbre che presentano le stesse caratteristiche.
Perché si utilizza la dose infinitesimale?
Perché bastano dosi talmente piccole da far sprigionare al medicamento la sua azione terapeutica.
l’omeopatia tiene conto,essendo una medicina olistica, dell’inscindibilità tra mente e corpo, in quanto ogni patologia che colpisce un organo o un apparato è in realtà l’espressione dello squilibrio dell’intero organismo,quindi prenderà in considerazione tutti i sintomi, in particolare quelli rari, peculiari e caratteristici dell’individuo.
La ricerca in omeopatia ha dimostrato che gli individui caratterizzati da un certo aspetto morfologico avranno in comune certe tendenze patologiche. Per lo studio di ciò ci vengono in aiuto le “costituzioni”. La Costituzione è l’insieme dei caratteri fisici (morfologia) e psichici (temperamento) dell’individuo. La differenza morfologica tra le costituzioni è un fatto ereditario dovuto alla prevalenza di uno dei tre foglietti embrionali:
  • Ectoderma;
  • Mesoderma;
  • Entoderma.
Per capire cosa sono dobbiamo tornare indietro con il tempo a quando eravamo nel ventre materno;
dalla seconda settimana di sviluppo fino ad arrivare alla fine del secondo mese di vita (periodo embrionale;lasso di tempo in cui si sviluppano tutti gli organi ed apparati del nascituro). Durante questa fase l’ectoderma dà origine a quegli organi e strutture che mantengono i contatti con il mondo esterno:
il Sistema Nervoso Centrale, il Sistema Nervoso Periferico, gli Epiteli Sensoriali, l’Orecchio, l’occhio, il naso, l’epidermide.
Se predomina l’ectoderma il soggetto avrà costituzione longilinea o fosforica con Tendenze patologiche come: esaurimento psicofisico, acne giovanile, congestione venose periferiche da ipotensione,ecc.
v>Il Mesoderma dà origine ai tessuti di sostegno come cartilagineo ed osseo, alla muscolatura, alle cellule del sangue, al rene, alla milza.
Se predomina il mesoderma il soggetto avrà costituzione normolinea o sulfurica con tendenze patologiche come: manifestazioni allergiche, congestive (emorroidi, ipertensione arteriosa, spasmi, infarto), ecc.
L’entoderma dà origine all’apparato respiratorio, alle tonsille, alla tiroide, al fegato, al pancreas.
Se predomina l’entoderma il soggetto avrà una costituzione brevilinea o carbonica con tendenze patologiche come: disturbi metabolici (obesità, diabete, ipercolesterolemia, uricemia, azotemia), malattie della pelle, ecc.
 
malattie pelle
 
LA MEDICINA OMEOPATICA Ha una sicura azione preventiva di rafforzo delle difese dell’organismo.
Può essere utile sia nelle patologie acute che in quelle croniche. Ha una lunga durata d’azione
E’ sicuramente economica sia per il singolo che per la comunità.
Obbligando il medico a guardare con più decisione cosa si nasconde dietro il sintomo permette di evitare innumerevoli esami strumentali e ricoveri ospedalieri.
La terapia è altamente personalizzata, Valorizza il rapporto medico-paziente,Migliora la qualità della vita,anche nelle patologie irreversibili.
 
Scientificità dell’Omeopatia
Si è riusciti però soltanto negli ultimi anni a chiarire il meccanismo di azione del farmaco omeopatico, grazie ai risultati di un nuovo ramo di ricerca: la ricerca omotossicologica, cioè, letteralmente, la ricerca dei fattori velenosi per l’Uomo (omotossine). Da questi studi è scaturita una nuova immagine globale della Medicina basata sui risultati più moderni delle ricerche biochimiche, fisiologiche, farmacologiche e mediche in genere. La scienza omotossicologica parte dal presupposto che tutti i processi vitali avvengono con trasformazioni chimiche. Pertanto è di particolare importanza identificare quei principi chimici che, in caso di malattia, sono identici ai veleni che hanno portato alla manifestazione patologica. Queste sostanze patogene, dopo somministrazione dell’appropriato omeoterapico, si possono riscontrare nelle escrezioni (sudore ed espettorato,dopo l’uso di Aconitum nell’influenza, ad esempio) oppure come pus durante il tratta-mento omeopatico di ascessi. L’Omotossicologia è arrivata, partendo da queste considerazioni, alla chiarificazione basilare del concetto di malattia che aveva sempre datoorigine alle più svariate interpretazioni.
 
Il concetto di malattia secondo l’Omotossicologia
Secondo l’insegnamento omotossicologico, tutti quei processi, quadri clinici e manifestazioni che noi chiamiamo malattie sono espressione della lotta dell’organismo contro tossine per renderle innocue e poi espellerle.
L’organismo può vincere od anche perdere questa battaglia, in ogni caso, quei processi che noi chiamiamo malattia, non sono altro che utili funzioni biologiche, tendenti alla difesa contro i fattori tossici, finalizzate cioè alla disintossicazione naturale. L’organismo cerca comunque e sempre di compensare i danni subiti e che non era riuscito nel frattempo a neutralizzare. Si sa da tempo che la febbre, per esempio, non è affatto una reazione senza scopo, ma è un segno di intensificata attività immunitaria (Hoff), tant’è che si è cercato anche di provocare la febbre a scopo terapeutico. Ricordiamo a tal fine il trattamento introdotto da Wagner-Jauregg della paralisi progressiva e della tabe dorsale con inoculazione della tossina malarica, così pure la terapia con albumina non specifica, oppure le iniezioni di latte e trementina al fine di provocare una reazione febbrile. In ogni caso di malattia, pertanto, si può assumere che si tratti sempre di una difesa contro tossine oppure di un tentativo di compensare danni causati da una sostanza tossica.

Il sistema difensivo contro le tossine
Si sono esaminati tutti i sistemi difensivi dell’organismo alla luce dell’Omotossicologia e si è constatato che l’intero sistema è interpretabile alla luce della psico-neuro-endocrino-immunologia (PNEI) e può essere raggruppato in cinque meccanismi difen-sivi, al cui insieme si è dato il nome di “Sistema della Grande Difesa”. Questi sottosistemi, collegati tra loro, hanno come scopo la disattivazione di tutte le sostanze tossi-che penetrate nell’organismo e quindi la loro espulsione, come pure la disattivazione e l’eliminazione di tutti quei metaboliti intermedi la cui concentrazione fuori norma può recare danni.